Dopo il via libera all’AI Act, arriva la seconda mossa, e questa volta tutta italiana, sulla regolamentazione dell’Intelligenza artificiale: lo scorso 23 aprile il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il primo schema di disegno di legge sull’IA, bruciando sul tempo i colleghi europei.
Se sia stata o meno una mossa sensata sarà però soltanto il tempo a dirlo, nel frattempo sarà importante adoperarsi per mantenere una sana dose di lucidità e una mente quanto più umana possibile.
Lo ha confermato l’Avv. Andrea Lisi nel nuovo appuntamento con la sua Newsletter di Linkedin, “Appunti di ICT Law”, ripreso anche dall’Avv. Chiara Ponti su Cybersecurity360, in cui ha sottolineato l’importanza di una corretta educazione digitale e il ruolo dei professionisti.
“Ennesima abbuffata normativa: per evitarla saranno fondamentali formazione e divulgazione scientifica”. Il commento dell’Avv. Andrea Lisi
“Possiamo dire che c’è una grande abbuffata di fonti informative (e disinformative) e arrivano ogni giorno nuove regolamentazioni e linee guida in materia. E questa grande abbuffata è ripartita con il DdL sui sistemi di IA da pochi giorni approvato dal nostro governo. […]
Se ne sentiva la necessità?
Non so effettivamente esprimermi sino a quando non potrò visionare con attenzione il testo finale. Parlare e confrontarsi su argomenti delicati e complessi fa sempre bene, abbuffarsi però (anche normativamente) può generare indigestioni. Occuparsene per primi in Europa, anticipando l’arrivo di un Regolamento (l’AI Act) che sarà controverso e di complessa applicazione, è senz’altro un azzardo, anche se le materie di questo Ddl ne anticipano alcuni punti, ne gestiscono altri indifferibili e si occupano di aspetti non coperti dallo stesso.
La sensazione che ho da tempo è che con l’attenta interpretazione di noi professionisti del diritto, abbinata a campagne di alfabetizzazione ed educazione, si potrebbe evitare il sistematico frastuono normativo che caratterizza gli ultimi tempi e si potrebbero adattare con cura i nostri principi fondamentali a una realtà digitale che muta d’abito ogni giorno.
Si preferisce invece da tempo posizionare bandierine legislative su ogni nuovo argomento che profuma di novità tecnologica.”
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