Oligopoli digitali: per quanto ancora potremo fingere che non siano reali?

Le recenti dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni relative alla presenza di alcune “persone facoltose” che finanziano partiti al fine di condizionare le dinamiche di interi Paesi, a fronte di altre che invece si limitano a sostenere “in trasparenza” un determinato candidato, hanno spinto a riflettere su una questione ben più spinosa, legata all’attuale condizionamento politico delle nostre democrazie, oggi in mano a veri e propri imperi digitali. Tuttavia, nessuno sembra ancora preoccuparsene, a partire dalle nostre classi politiche.

Su tutto questo è intervenuto l’Avv. Andrea Lisi con un articolo scritto per il suo Blog ospitato da Il Fatto quotidiano.

La dura verità? Condizionare l’opinione pubblica attraverso il web

Ben oltre l’annosa questione dei finanziamenti politici o delle più “genuine” e trasparenti preferenze elettorali, c’è un mondo invisibile che agisce, da tempo, indisturbato: quello degli oligopoli digitali, capaci di influenzare l’opinione pubblica attraverso le pagine del web o tramite algoritmi basati sulla raccolta dei nostri dati. Un problema non nuovo ma che, purtroppo, si finge ancora di non vedere e che rischia di mettere in pericolo le nostre democrazie, in mancanza di una consapevolezza diffusa.

Strategie a lungo termine per rafforzare architetture digitali (ancora) troppo fragili

“… è proprio la consapevolezza l’unico vero, reale argine che abbiamo a disposizione per delimitare tali strapoteri e soprattutto tutelare i nostri diritti e libertà fondamentali che sono messi sistematicamente a dura prova dal web e dal social web. Ovviamente i primi a formarsi su queste delicatissime tematiche dovrebbero essere proprio i politici. E non sempre accade… Ancora oggi abbiamo un Sistema Paese (e in realtà l’itera Europa) che viaggia su architetture e piattaforme digitali fragilissime, che dipendono per la loro sussistenza dagli stessi imperi che la recente regolamentazione prova ad arginare.” Secondo l’Avv. Andrea Lisi è proprio la nostra classe politica a dover aprire gli occhi per realizzare strategie a lungo termine e far sì che quelle architetture digitali, legate a quegli stessi imperi, non diventino peggio della burocrazia bloccante di cui il nostro Sistema paese non riesce ancora a liberarsi.

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