L’IA va gestita con il diavolo o con l’acqua santa? – Rivedi la puntata de Lo ho-BIT

In occasione della 51esima puntata de “Lo Ho-BIT”, l’Avv. Andrea Lisi si confronta con Edoardo Limone, Isabella Corradini, Antonella D’Iorio e Arianna Crepaldi sul tema dell’Intelligenza artificiale, approfondito in maniera provocatoria attraverso il dualismo del diavolo e dell’acqua santa. Lo stesso Pontefice, d’altronde, ha dimostrato una notevole apertura nei confronti di queste nuove tecnologie, riportandole dapprima nelle sue Encicliche e poi durante il G7 pugliese dello scorso giugno, in un momento epocale per la storia mondiale.
Il recentissimo Regolamento UE 2024/1689, noto come AI Act, ha quindi aperto la strada a nuove riflessioni, non solo da un punto vista giuridico ma anche etico: sacro e profano sono quindi i due volti dell’IA che impongono, a chi si occupa di diritto e cultura digitale, di orientare gli utenti verso un uso quanto più consapevole possibile di questi strumenti.

Attenzione a chiamarla “Intelligenza”…

Secondo Edoardo Limone i sistemi di intelligenza artificiale possono essere strumenti potentissimi e utili, in grado di sopperire a determinate mancanze umane; tuttavia la differenza tra uomo e macchina sta non solo nella presa di consapevolezza di ciò che si fa (del tutto assente, nel caso dell’IA), ma soprattutto nel riuscire a governare tali sistemi: l’uomo deve continuare a mantenere il controllo per non mettere a rischio la propria salute, se non la vita stessa, come dimostrato da alcuni recenti fatti di cronaca.
Isabella Corradini pone invece l’accento su un altro aspetto della questione: il termine “Intelligenza”. Ad oggi è facile sdoganarlo, dimenticando la complessità che nasconde e che è propria dell’essere umano. Sarebbe infatti più corretto considerare l’IA alla stregua di semplici strumenti di supporto, superando le innumerevoli definizioni, o percezioni, di cui oggi siamo circondati in favore di una maggiore correttezza terminologica.

Superare il dualismo attraverso la consapevolezza

Arianna Crepaldi propone un uso cauto di tali strumenti: è, infatti, sempre più facile farne un utilizzo improprio e incontrollato, quindi “da diavolo”, come è altrettanto facile mettere in pericolo i nostri dati, sparpagliati all’interno di questi sistemi, e di conseguenza i nostri diritti e libertà fondamentali.
Preziose sono anche le riflessioni di Antonella D’Iorio in chiusura che si soffermano su questioni spirituali ma allo stesso tempo antropologiche che portano a chiederci dove sia il “diavolo” quando si parla di IA: la risposta (necessariamente laica) può trovarsi nell’odierna confusione tra tecnica e cultura.

Il tema dell’Intelligenza artificiale è quanto di più ampio, dibattuto e controverso si possa trovare nel panorama digitale attuale. Le domande che tecnici ed esperti devono porsi sono innumerevoli e devono essere orientate a salvaguardare quelli che sono i nostri diritti anche nel difficile mondo del web.
Ma siamo solo all’inizio, nonostante questo incontro metta un punto al format de “Lo ho-BIT” per come abbiamo imparato a conoscerlo in questi quattro anni, anche grazie a MRTV che ci ha sempre ospitato con grande entusiasmo.

“Lo ho-BIT” quindi non si ferma qui: ritornerà presto in una nuova veste su una piattaforma molto amata: DIGEAT+, il secondo volto del progetto DIGEAT, ideato dall’Avv. Andrea Lisi e che lo Studio Legale Lisi sostiene scientificamente.

Nell’attesa di conoscere le prossime novità, puoi rivedere tutti gli episodi andati in onda su MR TV dal seguente link

Immagine di copertina concessa da MRTV