Il potere di vita o di morte digitale è in mano a Google: in cosa sperare?

Se oggi esistiamo digitalmente è perché Google lo consente: in soli 25 anni abbiamo assistito alla nascita del motore di ricerca più potente della Terra, che ha acquisito il potere di decretare la vita o la morte digitale di ognuno di noi. E molto di più. Google si configura ormai come un autentico ecosistema, con servizi entrati prepotentemente nella nostra vita quotidiana e dei quali non possiamo più fare a meno: da Google Maps a Google Translator, da Google Meet a Google Drive, da Google Calendar a Google Earth, passando per YouTube sino ad arrivare alle frontiere dell’intelligenza artificiale generativa concretizzatasi in Bard.

L’Avv. Andrea Lisi propone nel suo Blog ospitato da Il Fatto Quotidiano una riflessione sull’oligopolio detenuto dai GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft), i quali si sono suddivisi abilmente ogni dettaglio della nostra esistenza digitale.

Protezione dei dati personali: un silenzio durato 20 anni

Solo negli ultimi anni l’Europa ha avviato politiche legislative a tutela dei nostri diritti e libertà fondamentali: si è partiti nel 2016 per arrivare oggi a ribaltare la situazione con una vera e propria ipertrofia normativa europea, probabilmente dettata dalla voglia di colmare frettolosamente l’enorme silenzio politico perdurato tanti anni.

La Costituzione Italiana e la protezione dei dati

Nella Costituzione italiana la protezione del dato personale si troverebbe già garantita come diritto inviolabile e proseguendo la lettura della Carta si ritrovano condannate privazione della libertà o violazioni della nostra dignità estendibili ai tentacoli del web, attraverso una lettura evolutiva degli articoli 3 e 13. Sta di fatto che lo Sport è entrato nella nostra Costituzione, mentre i nostri diritti di cittadinanza digitale ancora no.

 

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