Pensiamo davvero di essere indipendenti nelle nostre scelte tecnologiche? Non più ormai. Che ci piaccia o no, siamo immersi in uno scenario piuttosto inquietante e che investe inevitabilmente le app di tracing a livello europeo e internazionale: tutto si poggia sulle API di “Gapple” (Google e Apple) e viene deciso altrove.
Nel suo Blog di Huffington Post, l’Avv. Andrea Lisi, torna sulla questione Immuni, la punta di un iceberg che ci ha messo di fronte a scelte delicatissime.
Nulla di nuovo, in verità
L’analisi di ciò che accade a livello internazionale, ci dimostra ogni giorno di più come non sia per nulla indispensabile usare app di contact tracing per tracciare l’andamento del virus. Sarebbe sufficiente utilizzare strumenti di data science già a nostra disposizione, peraltro previsti -da anni- dal Codice dell’Amministrazione Digitale.
In altre parole, per combattere con efficacia il virus ai tempi del digitale, basterebbe garantire una condivisione efficace di dati che dovrebbero essere già a disposizione delle nostre PA, incrociandoli per mappare i focolai in atto.
Lo scenario inquietante in cui si poggiano tutte le app di tracing
Ciò che proprio non si può più tacere e che sta emergendo ormai con chiarezza in modo drammatico in questi giorni, non è tanto la debolezza di una tecnologia scelta, ma la sudditanza dei nostri Stati Nazionali ad una vera e propria forma di dittatura imposta da grandi player internazionali, quali Google e Apple.
Siamo arrivati ad un bivio cruciale per la nostra democrazia, c’è poco da scherzare e tanto su cui riflettere.
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