La situazione surreale dell’Italia: si parla di trasparenza, ma poi non si mette in pratica

L’Italia sta vivendo tutti i paradossi di una politica più incentrata sullo storytelling in materia di digitalizzazione, piuttosto che sulla costruzione di strategie a lungo termine.

L’Avv. Andrea Lisi interviene sulle pagine del suo Blog del Il Fatto Quotidiano per analizzare l’imbarazzante stato dell’arte della digitalizzazione del Paese, a fronte di quanto portato avanti in questi mesi, dal Data Breach di INPS all’App Immuni.

 

Il Paese dovrebbe “dire la sua”

Il nostro Paese dovrebbe essere in grado di investire su proprie soluzioni, se possibile e nel giusto tempo, senza affogarsi in continui e inutili progetti all’inseguimento dell’effimera e momentanea visibilità, emulando scelte sviluppate dai grandi player, magari della Silicon Valley.
Ancora oggi si attende di poter visionare in trasparenza sia il contratto di appalto che lega Bending Spoons al nostro Governo, nonché il codice sorgente dell’app.

 

Il vero patrimonio dei cittadini: i loro dati

I dati personali di milioni di cittadini rischiano di entrare in un’operazione simile ad uno pseudo “spionaggio di Stato”, in barba al semplice buon senso, tanto che persino il Copasir è dovuto intervenire con forza per provare a fare ordine. Dopo mesi di parole, non si ha alcuna certezza sulla sua configurazione e soprattutto sulla sua reale efficacia per la prevenzione.

 

Fare un passo indietro

La situazione Immuni è arrivata a essere surreale. Sarebbe stato opportuno abbandonare il progetto. Quando si ha a che fare con la digitalizzazione si dovrebbe puntare alla semplificazione dei processi, in favore di un rapporto diretto e controllato con i cittadini.
È quanto ci si aspetta dal ministro dell’innovazione tecnologica in una situazione del genere.

 

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