Avvocati fra premi, classifiche e deontologia – intervista all’Avv. Andrea Lisi

Perché  “premiare” una professione?

L’Avv. Andrea Lisi torna ad affrontare ai microfoni di IusLaw Webradio  un tema assai spinoso per l’avvocatura: l’importazione nel nostro paese di un modus operandi filo-anglosassone, rivolto principalmente alla platea degli Avvocati, che ha indotto la diffusione di una tipologia di pubblicità occulta e poco corretta, con l’organizzazione di premiazioni -piuttosto inverosimili- condite da congressi pomposi, in stile “convention all’americana”.

 

Gli Avvocati sono prima di tutto… Avvocati!

L’Avv Lisi richiama l’attenzione sulla complessità della definizione di una professionalità come quella dell’Avvocato. Lo spessore del professionista non è sempre misurabile in termini quantitativi e dunque relazionabile a degli indicatori di “premialità”, in stile “awards”.

Oggi non esistono di fatto parametri oggettivi per poter giudicare la “bravura” dell’avvocato, né organi deputati ufficialmente a deliberare in merito. Occorre perciò evitare pericolosi capovolgimenti o trasposizioni di modelli esterofili in ambito nazionale, sotto forma di convention e serate di gala, in uno stile che cozza con quello che la professione, in ambito nazionale, ha da sempre rappresentato.

 

Capire come comunicare

L’Avv. Lisi invita anche a soffermarsi su un aspetto per niente scontato: la legittimità di certi modelli di comunicazione. Non si possono giustificare azioni, anche spregiudicate, solo perché altri “si comportano allo stesso modo”.

L’influenza di alcune forme di concorrenza estera non deve farci dimenticare cosa prevede il codice deontologico che non permette leggerezze neppure a livello di comunicazione, in linea con un’idea della professione che ci hanno trasmesso i padri del diritto, caratterizzata da doveri di probità, riservatezza e decoro professionale, ma anche di non ingannevolezza che ci devono appartenere.

 

Ci sono altre regole

L’Avv. Lisi ricorda poi il peso delle regole sulla pubblicità, nazionali ed europee, che impongono che la comunicazione pubblicitaria e commerciale debba essere veritiera, corretta e non ingannevole.

In soldoni, se si tratta di una forma pubblicitaria e il professionista sta di fatto solo “pagando” per ricevere un premio, è importante che questo sia palese.

 

Attenzione alle “specializzazioni” (e ai troppi inglesismi)

In ultima analisi, l’Avv. Lisi si sofferma sulla legittimità di qualificarsi come “specializzati in” se ancora alcune discipline, una tra tutte, la privacy, non sono state regolamentate a livello deontologico.
In attesa della riforma delle professione, di prossima conversione, si continua ad assistere alla proliferazione selvaggia sul mercato di qualifiche e specializzazioni (spesso aglofone) che il codice deontologico di fatto non prevede.
Occorre ricordarsi che gli Avvocati sono prima di tutto… Avvocati!

 

Il Podcast

Vi invitiamo ad ascoltare il podcast dell’intervista, nella sua versione integrale, al seguente link

Sempre dal catalogo di IusLaw Webradio, vi invitiamo ad ascoltare l’intervista rilasciata dall’Avv. Davide Maniscalco, sul tema dei cyber attacchi. Gli studi legali e i professionisti del settore, non possono ignorare questi temi: ne parla un collaboratore esterno del nostro studio ai microfoni della radio dell’avvocatura.
Cyber: nel 2020 gli attacchi ransomware sempre più pervasivi – intervista all’avv. Davide Maniscalco