Professionalità e competenze necessarie per una PA che (non) fa i cappelletti

Ha fatto il giro del web in questi giorni la foto con protagonista un inedito John Lennon intento a dedicarsi all’arte dei cappelletti, nella Bologna degli anni ’70. Peccato che lo scatto, non sia stato rinvenuto nel fondo di un cassetto, ma sia frutto di un fake realizzato con un software di intelligenza artificiale (peraltro neppure così sofisticato). Oggi si parli con leggerezza di IA, spesso convinti che cambierà in meglio le nostre vite, ma dimenticando che questa tecnologia si nutre essenzialmente di dati e – se questi non sono affidabili – si crea un meccanismo distorto, con conseguenze ben peggiori di quelle che può provocare la diffusione di un simpatico fake (ma con la stessa facilità).
Ne parlano sulle pagine di Agendadigitale.eu l’Avv. Andrea Lisi e la dott.ssa Francesca Cafiero proponendo una riflessione sulla sfida della custodia del patrimonio informativo pubblico, anche alla luce delle nuove frontiere dell’IA.

La rivoluzione digitale parte dalle competenze, non dalla tecnologia

L’intelligenza artificiale sta bussando insistentemente alle porte della PA, per entrare quale strumento chiave nella gestione del patrimonio informativo pubblico. Pensiamo a cosa potrebbe significare l’applicazione dell’IA nel contesto ancora confuso di molte PA italiane, magari con la convinzione – del tutto errata – che questo tipo di “intelligenza” possa essere la panacea in grado di risolvere una serie di problemi endemici del nostro sistema Paese. Di fronte all’ennesima sfida che il Sistema Paese è chiamato ad affrontare, la formazione e aggiornamento professionale restando le uniche vere riserve alle quali attingere.

La gestione dei documenti digitali non è un’illusione

Solo l’innalzamento del livello di qualità dei dati può incidere proporzionalmente sul livello di qualità dell’azione amministrativa e dei servizi pubblici. Se continuiamo a pensare che misure straordinarie o applicazioni innovative possano risolvere il problema della semplificazione amministrativa, ci stiamo illudendo. questo il tempo giusto per pensare non già alla prossima, mirabolante tecnologia da applicare, ma per sviluppare competenze anche negli scenari dell’IA dove la verifica delle fonti delle informazioni sarà sempre più importante, perché l’ipertrofia informativa che viviamo può ingannare facilmente appunto anche i più “esperti”, attraverso appunto fake news e deepfake.

L’articolo scritto per Agenda digitale è consultabile da qui