Cyberattacchi e defacing: sì, dobbiamo preoccuparci

Ci troviamo di fronte a una criminalità di natura informatica sempre più invasiva e raffinata. Gli hacker, nati per svelare quelle abitudini sbagliate puntando il dito su falle e mancati aggiornamenti, e nel tempo divenuti, con il boom del digitale e quindi il dilagare della criminalità informatica, sempre meno etici.

 

Attacco hacker e defacing: doppio colpo

Andando oltre l’attacco, l’altro fenomeno al quale è stato possibile assistere è quello del “defacing” che letteralmente significa “defacciare” e ci deve far riflettere e dovrebbe destare molta preoccupazione. Si tratta di una tecnica criminale volta alla “modifica illecita della home page di un sito web (la sua “faccia”) o la sostituzione di una o più pagine interne”. Ci si accorge di aver subìto questo tipo di attacco solo quando si vede sostituita la propria pagina principale e/o altre pagine interne con una schermata che indica l’azione compiuta da uno o più hacker, ledendo irrimediabilmente l’immagine.

 

È possibile difendersi, ma potrebbe non bastare

Nel mondo di oggi le porte di casa non solo vanno chiuse, ma anche a tripla mandata. Occorre attuare e monitorare costantemente le necessarie accortezze tecniche, anche in via rimediale, per quanto queste troppo spesso sembrino non bastare mai.
In questo modo, eventuali e probabili vulnerabilità di sicurezza e altri generici bug verrebbero risolti. Non farlo sarebbe come lasciare la porta di casa socchiusa o con una serratura molto blanda e agilmente apribile da malintenzionati, tutti intenti a scassinarla.

 

Gli Avv. ti Andrea Lisi e Chiara Ponti propongono per le pagine di Key4Biz un articolo sul recente cyberattacco alla famosa Associazione che si occupa di privacy che, con un atteggiamento “laico”, non vada alla ricerca di colpe, fattacci o retroscena, ma che intenda semmai sensibilizzare quanti operano nel settore e non solo.

L’articolo scritto per Key4Biz.it è consultabile da qui