L’app “Immuni”, scelta tra le oltre 300 concorrenti, molto probabilmente verrà propinata come soluzione tecnologica miracolosa in grado di aiutarci a contenere l’epidemia.
All’indomani dell’intervista rilasciata a SkyTG24 in merito alla questione del tracciamento digitale, l’Avv. Andrea Lisi prova a sintetizzare i punti essenziali della questione, a fronte delle tante opinioni scritte.
L’app Immuni può essere efficace?
Molto probabilmente no, di certo non con questo modus operandi. La sua efficacia dipende da diversi presupposti – uno tra tutti – l’utilizzo consapevole e generalizzato, esteso a più del 60% della popolazione. Si pensa realmente di riuscire a garantire questi numeri basandosi sul semplice consenso libero e trasparente dei cittadini italiani?
L’app immuni è pericolosa per la nostra privacy ed è in contrasto con il GDPR?
Non siamo in grado di rispondere a questa domanda perché nulla sappiamo in dettaglio su questa applicazione. L’ordinanza sottoscritta dal commissario Arcuri non specifica alcunché in proposito e ci troviamo in uno situazione piuttosto ambigua e poco trasparente, nella quale possiamo solo porci una serie di interrogativi…
Ci stiamo forse ponendo domande sbagliate?
Sembrano (forse) questioni di lana caprina, ma sia chiara una cosa: stiamo discutendo di diritti fondamentali dei cittadini e di una loro possibile compressione in nome di un interesse pubblico prevalente (la tutela della sanità pubblica).
Tutti i cittadini italiani meritano delle risposte espresse in modo semplice e trasparente e vi invitiamo a leggere la versione integrale dell’articolo al seguente link
Fonte immagine: Pexels
Focus SkyTG 24 – Intervista all’Avv. Andrea Lisi
Rivedi la puntata integrale del focus di SkyTG24 su “Coronavirus e tracciamenti digitali” andato in onda sabato 18 aprile
App Immuni e realtà
Rivedi anche l’intervento dell’Avv. Andrea Lisi su Telemax (puntata del 17 aprile 2020)