Siamo consapevoli di quanto siano reali le minacce digitali?

Comunemente, le violazioni dei dati personali non sono percepite come minacce dirette e reali nei nostri confronti. Tutt’al più si immaginano una sfilza di potenziali rischi per i nostri “gemelli” digitali, ovvero i nostri innumerevoli avatar generati attraverso la gestione di profili online all’interno delle piattaforme più disparate, che confluiscono a loro volta all’interno di enormi database, spesso localizzati a nostra insaputa in territori extra UE.

Eppure si tratta di minacce molto più concrete e reali di quanto si pensi: un esempio non troppo lontano è il blackout di Libero e Virgilio mail, un episodio emblematico che ha paralizzato per più di una settimana il Paese o ancora i diversi attacchi ransomware che hanno colpito ASL e presidi ospedalieri, come il caso della ASL 1 Abruzzo con la fuga di oltre 500 GB di dati ultrasensibili. Incidenti, qualificabili a tutti gli effetti come violazioni dei dati personali (o data breach) e che hanno riversato le loro conseguenze nella nostra vita reale, oltre in quella virtuale.

Non solo data breach: le nuove minacce alla sicurezza dei nostri dati

I nostri diritti fondamentali navigano a vista di fronte a nuovi scogli dovuti allo sviluppo sempre più pervasivo della tecnologia: i chatbot e le altre forme di intelligenze artificiali non sembrano porre limiti alle loro possibili applicazioni. Per porre un argine ai contesti anazionali del web si sta puntando ad una regolamentazione quantitativa, con un carico di nuove norme e regolamenti che anziché proporre corretti modelli di compliance non fanno altro che alimentare il caos normativo in cui regnano le nostre democrazie. Alla luce di tali scenari, a nulla sembra servire l’accordo raggiunto tra l’Unione europea e gli Stati Uniti sul trasferimento dei dati transatlantici: una decisione storica senz’altro utile per la messa in sicurezza dei nostri dati, ma che non risolve concretamente una situazione ormai troppo complessa che rischia di incorrere in una totale resa al potere dei GAFAM.

La soluzione: conoscere per difendersi

Tutela dei dati, difesa dei diritti e libertà fondamentali sono concetti che devono entrare a far parte della quotidianità dei cittadini, così come di aziende, professionisti e organizzazioni pubbliche che devono necessariamente adottare modelli organizzativi compliant e imparare a comprendere le innovazioni e le loro implicazioni, seguendo un approccio dettato dall’accountability e dalla consapevolezza.

Di tutto questo parlerà l’Avv. Andrea Lisi durante la lezione “Le possibili minacce alla protezione dei dati personali” che terrà il 2 ottobre in streaming nell’ambito dell’International School in Digital Governance. L’intervento, infatti, sarà l’occasione per riflettere sulle evoluzioni e involuzioni del capitalismo della sorveglianza, sui rischi per i diritti e le libertà dei cittadini e per approfondire gli aspetti legati alla protezione dei dati, alla sicurezza informatica e alle problematiche del trasferimento dati extra UE. Una preziosa opportunità di crescita professionale che sottolinea l’importanza di difendersi dai rischi del web grazie alla conoscenza, all’informazione autorevole e alla giusta dose di consapevolezza.

 

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