Premi farlocchi e pubblicità occulta: tutto lecito o tutto vietato per gli avvocati?

Senza timori e senza ipocrisie, l’avv Andrea Lisi torna a riflettere, con un articolo pubblicato sul suo canale LinkedIn, sul tema della pubblicità occulta e dei premi farlocchi, a seguito dell’autorevole intervento del Consiglio distrettuale di disciplina della Corte d’Appello di Milano.

 

Premesse

La diffusione di metodi pubblicitari poco corretti si manifesta tramite varie modalità: premi farlocchi, articoli e interviste su quotidiani e riviste frutto di accordi economici; pubblicazioni su riviste scientifiche e partecipazioni a convegni dietro pagamento; interviste a Colleghi su casi pratici e pratiche durante le quali si citano clienti; siti web dove sono menzionate le società rappresentate, ecc.

 

L’intervento del Consiglio distrettuale di disciplina della Corte d’Appello di Milano

L’intervento del Consiglio distrettuale di disciplina della Corte d’Appello di Milano ricorda che, nel rispetto del codice deontologico, il modus operandi dell’avvocato deve essere contraddistinto da: decoro professionale, comunicazioni corrette e veritiere, divieto di operare confronti tra colleghi, evitare forme suggestive ed eccessive nelle comunicazioni, divieto di citare la clientela, etc.

 

Conclusioni

C’è una giungla in cui si muovono gli avvocati – afferma l’avv. Lisi – c’è chi prova a rispettare il Codice (e non solo) e chi invece si muove libero da “sciocchi retaggi del passato”, ritenendosi ormai un imprenditore di sé stesso a combattere una singolar tenzone con gli altri Studi Legali internazionali e le grandi Società di Consulenza.
Si attende da troppo tempo una riforma necessaria per innovare una professione che sta oggettivamente invecchiando e sta subendo un attacco sistematico dall’esterno (e dall’interno).

Vi invitiamo a leggere l’intervento, consultabile nella sua versione integrale, al seguente link