Intelligenza Artificiale: la Commissione Europea presenta le linee guida etiche

Puntare ad un rapporto tra uomo ed intelligenza artificiale (AI) basato sull’etica. È questo il nuovo traguardo raggiunto dalla Commissione Europea che ha presentato, qualche giorno fa, il documento contenente le Linee guida etiche[1] sull’AI.

Lo scopo è di dar vita a sistemi che possano essere ritenuti affidabili e in grado di tener conto di valori etici. Se da un lato si assiste al costante sviluppo di tecnologie che prevendono sempre più l’uso dei sistemi basati sull’Intelligenza artificiale, dall’altro si vuol evitare di cedere troppo il passo alla “macchina”collocando al primo posto l’uomo.

L’ approccio europeo alla nuova tecnologia (fondato su 7 principi cardine) vede perciò come principale protagonista l’uomo e la sua capacità di discernimento e controllo.
Il primo dei principi contenuti nelle Linee guida prevede che l’uomo debba sempre esercitare un controllo sugli automatismi. L’obiettivo è tutelare l’autonomia e garantire il rispetto dei diritti.
Il secondo prevede che gli algoritmi debbano essere sicuri, affidabili e resistenti di fronte ad errori o incoerenze delle diverse fasi del ciclo di vita dei sistemi di AI.
Il terzo avverte che i cittadini devono essere sempre informati dell’utilizzo dei loro dati personali e averne il pieno controllo, in modo che non siano adoperati contro di loro. Questo principio, in particolare, risulta in linea con quanto già previsto dell’Europa, con il GDPR.
Il quarto principio prevede trasparenza, affinché sia garantita la tracciabilità dei sistemi di intelligenza artificiale.
Il quinto punta a garantire la diversità e la non discriminazione: l’uomo deve essere in grado di modificare le decisioni degli algoritmi tenendo conto di tutti i fattori necessari.
Infine, sesto e settimo principio prevedono che l’intelligenza artificiale favorisca il benessere sociale e ambientale, aumentando la sostenibilità ecologica.

Per garantire un maggiore coinvolgimento sul tema, la Commissione ha istituito una piattaforma di collaborazione l’Alleanza europea per l’AI: tutti coloro che si interessano di intelligenza artificiale possono aderirvi, partecipando al confronto sui diversi aspetti del tema.

In estate è previsto l’avvio di una fase pilota,  cui prenderanno parte diversi attori, tra pubbliche amministrazioni, imprese e multinazionali, anche extra Ue, coordinato dall’Alleanza europea per l’AI e supervisionato dal Gruppo di esperti di alto livello per l’AI. L’Ue punta quindi a costruire una coalizione a livello internazionale per garantire il rispetto e l’applicazione di questi principi volti allo sviluppo etico dell’intelligenza artificiale, contando su una cooperazione a livello globale (hanno già dimostrato il loro interesse nei riguardi di questo approccio Canada, Giappone e Singapore).

 


[1] Il progetto è stato avviato a giugno 2018. La Commissione ha nominato un gruppo di 52 esperti incaricati di fornire consulenza in materia di intelligenza artificiale. Tra qualche mese è atteso il lancio di una fase pilota e poi a inizio 2020 si procederà con revisione dei punti chiave, se necessaria.