Quella che si sta combattendo in Ucraina non è una semplice cyberwar, ma una social war: più insidiosa e inaspettata si costruisce attraverso i muri di cemento armato del consenso digitale, attraverso like, influencer, condivisioni, emozioni da far percepire. Ma chi la sta vincendo?
L’avv.to Andrea Lisi propone due approfondimenti sul tema, nelle pagine del suo Blog del Il Fatto Quotidiano e su Agendadigitale.eu
Le anacronistiche ‘purghe’ per rispondere alla guerra social
Il sospetto è che si tratti di un conflitto sfuggito di mano al suo stesso fautore, che proprio per questo è corso a ripari stucchevoli e inefficaci, chiudendo a chiave l’informazione nel suo Paese in una bolla e intraprendendo misure di anacronistica repressione. È notizia recente la chiusura di alcuni tra i social più popolari, come Instagram – a seguito del rifiuto di proibire l’incitazione all’odio contro i russi e le truppe sovietiche – e sembrerebbe essere già pronta l’alternativa Rossgram, online dal 28 marzo.
Leggi il post del Il Fatto Quotidiano
La cronaca social della guerra
La battaglia oggi si vince anche affidando agli algoritmi della rilevanza dei post sui social il registro costante delle notizie, dei video, delle immagini e anche delle nostre opinioni ed emozioni, su scala globale. Ci piaccia o no, si tratta – di fatto – di un inedito fattore di “engagement” nel conflitto su scala globale.
Leggi il post su Agendadigitale.eu
Cosa ci insegna la prima cyberwar mondiale
Non perdere la puntata di Lo ho-BIT, il programma ideato a condotto dell’Avv. Andrea Lisi sul tema, dedicato proprio al tema della guerra social. Ospiti di questo episodio, il Prof. Francesco Pizzetti e la giornalista Maria Cristina Gaeta.
In programma oggi, lunedì 21 marzo, alle 15:30.