Destreggiarsi tra red carpet e fake Oscar alla professione – Rivedi la puntata de Lo ho-BIT

In occasione della 50esima puntata de “Lo Ho-BIT”, l’Avv. Andrea Lisi si confronta nuovamente con Isabella Corradini e Edoardo Limone sul tema dei “premifici”, il fenomeno dei premi farlocchi che da tempo si insinua in diversi ambiti, intaccando anche le professioni più autorevoli. La puntata è stata anche l’occasione per allargare il dibattito a ulteriori tematiche legale all’attualità che hanno portato che a chiedersi quali saranno i tecnici del domani e se il tutto non si ridurrà a targhette e trofei “acchiappalike” esibite gloriosamente sui social.

L’epoca dei “quizifici”: quale futuro per gli aspiranti professionisti?

Umberto Eco ha detto: “L’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti”, ricordando così il valore delle fonti, fondamentali per qualunque appiglio culturale. Ciò che Eco ha ribadito in passato sembra oggi contrastare con quanto la società richiede ai giovani aspiranti professionisti che, ad esempio, ci accingono ad affrontare i temuti quiz universitari, molto simili a meri giochi mnemonici. E’ davvero a questi metodi che intendiamo affidare la selezione delle migliori menti del nostro Paese? La provocazione dell’Avv. Andrea Lisi, in apertura, ha inizio proprio da qui.

Se la società rende credibile chi sbaglia

Edoardo Limone, il primo ad intervenire, porta sul campo la propria esperienza, in qualità di tecnico ed esperto di security da diversi anni. Proprio il suo settore, ormai nell’occhio del ciclone a causa dei diversi data breach a cui assistiamo quasi quotidianamente, sembra fare da specchio a quanto spiegato in premessa: diversi esperti, sulla carta perfetti per rivestire quei ruoli, non sono stati in grado di gestire un attacco informatico e molto spesso non ne hanno pagato neanche le conseguenze. La problematica della società italiana sembra quindi consistere non solo nel far spopolare i “premifici” ma – come se non bastasse – nel continuare dare credibilità a chi sbaglia.

Competenze interdisciplinare per garantire autorevolezza

Al di là dei tecnici, ritenuti tali per il loro curriculum perfetto, sono sempre di più, invece, coloro che sentono l’esigenza di commentare per primi qualsiasi novità normativa, al fine di cavalcare l’onda, come sta accadendo in questi giorni a seguito dell’accordo raggiunto sull’AI Act, il Regolamento sull’Intelligenza artificiale. I social e le comunicazioni sul web, molto spesso incentivate, hanno senz’altro favorito questi processi, come ha sottolineato Isabella Corradini. A prescindere dalle opinioni che possono essere espresse (spesso non accompagnate dalle fonti), le competenze – specie se interdisciplinari – restano fondamentali e devono fungere da faro per tutti i professionisti e aspiranti tali.

Viviamo un’epoca in cui è sempre più facile esibirsi e dare valore alle apparenze: l’unico modo per essere riconosciuti come professionisti autorevoli e competenti è scavare nel profondo, mettendo da parte trofei e lustrini e dando valore allo studio, al pensiero critico e attento, uniche armi per costruire una società matura e consapevole.


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Immagine di copertina concessa da MRTV