AI e tutela dei diritti. Dalle investigazioni al processo, un equilibrio tutto da costruire? – Rivedi l’evento

L’Avv. Andrea Lisi e il dott. Edoardo Limone sono intervenuti in qualità di relatori nell’evento AI e tutela dei diritti. Dalle investigazioni al processo, un equilibrio tutto da costruire?, organizzato dall’ Organismo Congressuale Forense e moderato dagli Avv.ti Alessandra Dalla Bona, componente Ufficio di Coordinamento, e Andrea Stanchi, del gruppo di lavoro sull’intelligenza artificiale.

È stata un’eccellente occasione di confronto utile per affrontare i diversi aspetti legati all’impiego dell’intelligenza artificiale, nella quale è emersa anche l’importanza della figura dell’Avvocato nella costruzione di sistemi digitalizzati anche nel settore della giustizia in relazione alla protezione dei dati personali e a alla tutela dei diritti.

Intelligenza artificiale: l’impatto sui nostri diritti

L’uso di sistemi di Intelligenza artificiale ha innegabilmente un importante impatto sui diritti delle persone.

I bit di cui ci serviamo come strumenti, sono per loro natura manipolabili e anche utili, ma dobbiamo avere controllo dei datidichiara l’Avv. Lisi – i dati devono essere gestiti con cura all’interno di fascicoli processuali totalmente digitalizzati e il personale addetto alla loro tenuta devono essere competenti e adeguatamente formati con conoscenze interdisciplinari. Si applica un modello di Record Management che garantisca all’archivio esattezza, integrità e immodificabilità, insomma quella certezza giuridica che da sempre la carta che ci ha garantito, e farlo con i bit non è cosa ovvia.

Ci stiamo ponendo i “problemi giusti” nell’impiego dell’Intelligenza artificiale?

Che senso ha oggi concentrarsi sull’intelligenza Artificiale nel mondo della giustizia, se non abbiamo il controllo dei nostri dati e addirittura perdiamo interi incartamenti perché magari ne affidiamo la custodia ad una chiavetta USB. Secondo l’Avv. Andrea Lisi, in realtà non ci stiamo ponendo il giusto problema. Si pensi a quanto accaduto presso il tribunale di Torino per il processo Eternit Bis, rimandato perché i dati erano gestiti da una chiavetta USB.

Non si può digitalizzare veramente la giustizia in assenza di competenze interdisciplinari e mancando la consapevolezza dell’importanza di figure chiave che presidino la formazione, gestione e conservazione dell’immenso patrimonio informativo del settore.

PER APPROFONDIRE: Processo rinviato causa chiavetta USB vuota: una PA assurda che fa male all’Italia

Che senso ha oggi concentrarsi sull’IA nel mondo della giustizia o addirittura parlare di giustizia predittiva se non abbiamo il controllo dei nostri dati?

RIVEDI l’EVENTO

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