ANAC, pubblicata la prima fase del “Progetto Trasparenza”

Pochi giorni fa l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha pubblicato i risultati della prima fase di ricerca nell’ambito del “Progetto Trasparenza” con l’obiettivo di esaminare l’andamento della PA a circa 7 anni dall’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 33/2013 recante “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”.

Il questionario

I risultati sono quelli emersi da un questionario inviato, in data 18 settembre 2019, ai Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT) appartenenti a un campione di 20 regioni[1], 20 Comuni/Città metropolitane[2], 10 Università[3] e 8 società pubbliche[4].
In merito alla percentuale di riscontro, su 20 regioni hanno risposto al questionario in 17; dei 20 Comuni/Città Metropolitane hanno risposto in 14, su 10 Università hanno risposto 9 ed infine le 8 società hanno fornito la loro partecipazione.

Diversi gli spunti di riflessione e le proposte espresse dai RPCT, mostrando un coinvolgimento superiore alle attese. Il questionario è articolato in 3 domande di carattere generale a risposta aperta più alcune specifiche indicate in una tabella che corrisponde all’attuale strutturazione della sezione  “Amministrazione Trasparente” di cui alla delibera ANAC n. 1310/206 (Allegato 1).
Le varie proposte possono essere raggruppate in categorie e si provvede qui di seguito a menzionarne alcune.

Un “contenitore” comune

A seguito dell’esperienza maturata sul campo, molti RPCT propongono di far confluire tutto o parte di dati e documenti in repository centralizzate, secondo il modello prevalente nei sistemi anglosassoni. Nello specifico, si popone ad ANAC di ridurre gli obblighi di pubblicazione, ponendo maggiormente l’attenzione sui dati e documenti più consultati dagli utenti e quelli più richiesti tramite istanza di accesso. Molti RPCT consigliano di istituire una piattaforma nazionale, una specie di super-sezione “Amministrazione trasparente” all’interno della quale far confluire i dati e le informazioni di tutti gli enti pubblici soggetti agli obblighi di pubblicazione. In questo modo, i dati potranno confluire in un “contenitore comune” con caratteristiche tecniche uguali e secondo schemi prestabiliti. Gli enti, infatti, adottano diverse modalità di pubblicazione a causa delle diverse realtà organizzative degli stessi a dal diverso livello di sviluppo informatico raggiunto.

Entropia informativa

Nella molteplicità degli obblighi di pubblicazione di dati e documenti, gli RPTD hanno constatato il disorientamento da parte degli utenti nella ricerca delle informazioni presenti sui siti istituzionali. Nascondere le informazioni in un patrimonio informativo immenso, va a “frustrare il bisogno informativo”: si fa riferimento al tema dell’entropia[5], studiato nell’ambito della teoria dell’informazione. Una tendenza che va presa in considerazione, perché va a minare una delle finalità principali della trasparenza: consentire ai cittadini il controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e dell’utilizzo delle risorse pubbliche. Ad una trasparenza in teoria, quindi, deve corrispondere una trasparenza in pratica.

Digitalizzazione e trasparenza

Molti RPCT hanno menzionato il tema della trasparenza connessa alla digitalizzazione. Essa può essere declinata in vari modi, ad esempio: come automatizzazione di flussi informativi, che consente la pubblicazione automatica dei dati e documenti, escludendo così l’intervento umano (oneroso) oppure come digitalizzazione di processi che conducono a informazioni sempre più “native digitali”, automaticamente pronte per la trasparenza.

Link e interoperabilità banche dati

Il tema dei link e dell’interoperabilità delle banche dati è connesso al tema della semplificazione e standardizzazione. Nell’adempimento degli obblighi di pubblicazione, ricorrere ai link alla pagina web o al database in cui il dato è presente consentirebbe di semplificare i contenuti della sezione “Amministrazione trasparente” ed evitare duplicazioni. In merito alla possibilità di assolvere l’obbligo tramite link è ribadito, tra l’altro, nella delibera ANAC su menzionata.

L’utilizzo dei link consente di raccordare la sezione “Amministrazione Trasparente” e le sezioni che, ai sensi del D.Lgs. n. 82/2008 – Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) o per altre disposizioni di legge, sono accessibili direttamente dall’ Home Page istituzionale. Si fa riferimento in questo caso ai dati che le stesse amministrazioni sono tenute a comunicare o inserire in banche dati nazionali.

Il “mobile first”

Alcune amministrazioni hanno proposto una trasparenza del futuro caratterizzata da strumenti quali il “mobile first”, immaginando: applicazioni idonee per dispositivi mobili atti a facilitare la navigazione nei contenuti, infografiche per rappresentare flussi e processi, notifiche push SSMS e Feed RSS per comunicare aggiornamenti di contenuto.

Considerare l’approccio “mobile first” è essenziale: gran parte degli utenti utilizzano dispositivi mobili, cellulari soprattutto. Si ritiene quindi necessario ripensare il modo di rappresentare i contenuti della sezione “Amministrazione Trasparente” privilegiando, ad esempio, le modalità di pubblicazione in formato html/xml (auto-adattabile a seconda dello strumento di consultazione). Occorre, inoltre, non riempire troppo le pagine web di dati e informazioni (che altrimenti non sarebbero visualizzabili facilmente su dispositivi di piccole dimensioni) e privilegiare l’utilizzo dei tag per la classificazione dei contenuti.

 

Conclusioni

Dalla lettura e dell’analisi degli esiti ricevuti si evince che le iniziative in materia di trasparenza sono temi ormai centrali in ogni amministrazione pubblica. Le politiche di trasparenza e prevenzione della corruzione sono entrate a far parte non solo nella pratica amministrativa, ma fanno ormai parte –si evidenzia nel Report – del substrato culturale degli operatori delle amministrazioni pubbliche.

[1] Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.

[2] Aosta, Torino, Genova, Milano, Trento, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Ancona, Perugia, Roma, L’Aquila, Campobasso, Napoli, Bari, Potenza, Catanzaro, Palermo, Cagliari.

[3] Università degli studi di Milano La Statale, Università degli studi di Torino (UniTO), Università degli studi di Trento (UniTrento), Università “Ca’ Foscari” Venezia, Università degli studi di Camerino, Università degli studi di Perugia, Università degli studi di Roma “Tor Vergata; Università degli studi di Napoli “Parthenope”, Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, Università degli studi di Catania.

[4] Ales Arte Lavoro e Servizi Spa, Consip Spa, Equitalia Giustizia Spa, GSE Spa, IPZS – Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Spa, Sogei – Società generale di informatica Spa, Sogesid Spa, SOGIN Spa.

[5] Nella teoria dell’informazione, quantità media d’informazione contenuta in un insieme statistico di messaggi, che formalmente è l’opposto dell’entropia termodinamica. (Treccani)