In data 5 marzo 2021, l’Autorità Garante per protezione dei dati personali ha annunciato che metterà a disposizione, sul proprio sito web, un canale di emergenza, per le persone potenzialmente vittime di Revenge porn.
Di cosa si tratta
Il fenomeno ha richiamato l’attenzione del Garante a causa di un’esplosione del web dell’ultimo periodo. Non sono mancate, infatti, notizie su canali Telegram nati appositamente per la diffusione di tali immagini, che tutt’oggi si ha difficoltà a bloccare e cancellare. Fatti ancora più gravi sono sicuramente quelli vissuti nelle scuole dove il Revenge porn si mescola inevitabilmente con il cyber bullismo.
Tale atto risulta particolarmente grave poiché la vittima subisce non solo una pressione psicologica, derivata dall’umiliazione e dalla vergogna, ma anche una sociale, come la derisione sul web. Non sono pochi i casi di suicidio derivati da questo reato, forse sottovalutato sino a qualche anno fa.
I Provvedimenti
Un primo passo per sconfiggere questo fenomeno è stata l’approvazione della legge 29 luglio 2019, n. 69, definita “Codice Rosso”. Finalmente il Revenge porn diveniva un reato perseguibile in Italia con una multa da 5mila a 15mila euro e con la reclusione da uno a sei anni.
Tuttavia a preoccupare è la difficoltà di individuare spesso l’autore del reato, celato da false identità create sul web; a sommarsi a questo vi è la lentezza della giustizia che si oppone inevitabilmente alla velocità con cui avviene la trasmissione delle immagini e dei video. Il web e i social si configurano come un mare infinito su cui diffondere questi materiali, che spesso non vengono individuati.
Come arginare il fenomeno
Dall’8 marzo sarà possibile, infatti, segnalare in modo sicuro e confidenziale immagini e video: al fine di essere cancellate e marchiate in modo da rendere impossibile la pubblicazione sui social network. Nella pagina predisposta dal Garante, le potenziali vittime di pornografia non consensuale troveranno un modulo da compilare per fornire all’Autorità le informazioni utili a valutare il caso e a indicare all’interessato il link per caricare direttamente le immagini sul programma.
Tutti coloro che temono che le loro foto o i loro video riservati possano essere diffusi senza consenso su Facebook o Instagram, potranno segnalare questo rischio e ottenere che le immagini vengano bloccate.
In tal modo si spera di arginare le falle precedentemente descritte e cercare di essere sempre più vicini alle vittime, sperando di farle sentire al sicuro e non abbandonate a loro stesse.