di dott.ssa Sarah Ungaro – Digital & Law Department
Con un comunicato dello scorso 18 novembre è stato reso noto che il Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, ha nominato altri esperti che avranno il compito di avviare un’analisi sullo stato attuale dell’infrastruttura di banda larga in Italia, degli investimenti sin qui fatti e dei piani di sviluppo dei principali gestori, al fine di valutarne la congruenza con gli obiettivi di copertura indicati dalla UE per il 2020.
Evidentemente, per effettuare tali valutazioni si è ritenuto indispensabile ricorrere alle competenze e alle capacità di due ulteriori super-tecnici, i quali, coordinandosi con Francesco Caio, Commissario del Governo per l’attuazione dell’Agenda Digitale, dovranno avvalersi anche delle analisi già fornite dall’Agcom, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Fondazione Bordoni , e tutto ciò per produrre entro il 2013 una prima valutazione dei piani in essere e una stima degli eventuali investimenti aggiuntivi.
Tuttavia, appare peculiare che, soprattutto in tempi di spending review, non soltanto si sia deciso di fare ricorso alla nomina di altri esperti, ma che questi super-tecnici designati per l’attuazione dell’Agenda digitale ITALIANA, non siano neanche italiani: in effetti, le competenze necessarie sono state individuate nelle figure di Gerard Pogorel, professore emerito dell’Università ParisTech di Parigi, e di Scott Marcus, già advisor della Federal Communication Commission (il regolatore americano), consulente per aziende e istituzioni nell’ambito delle nuove reti.
In ogni caso, senza voler indugiare in considerazioni campanilistiche, appare chiaro che la scelta del Governo non lascia trasparire un’opinione lusinghiera delle competenze espresse in Italia, che tuttavia, occorre ricordare, rappresenta un’avanguardia normativa nel campo dell’ICT.