Telemedicina e assistenza domiciliare: senza competenze si rischia uno spreco di fondi

L’Avv. Sarah Ungaro interviene sulle pagine di DiRE Sanità per commentare la bozza del decreto ministeriale su telemedicina e assistenza domiciliare.

 

Il modello della sanità digitale

La nuova bozza di documento tratteggia per la prima volta alcuni profili relativi al setting domiciliare e approfondisce il workflow degli atti di telemedicina, ma risulta essere gravemente carente per ciò che attiene alla definizione dei ruoli e delle responsabilità (a tratti confusi e sovrapposti) e alle caratteristiche infrastrutturali e dei requisiti di sicurezza (elementi che, invece, erano stati almeno tratteggiati nelle Indicazioni nazionali del 2020) per attuare il Modello digitale.

 

I bandi di gara carenti

In tema di sistemi informativi clinico assistenziali e telemedicina, anche i bandi Consip appaiono parimenti carenti di una puntuale definizione dei riferimenti normativi, dei requisiti di sicurezza e degli standard per gestire correttamente i dati e i documenti clinico sanitari, anche sotto il profilo del corretto trattamento dei dati personali ivi contenuti. In effetti, anche nel recentissimo bando Consip relativo all’affidamento di servizi applicativo e l’affidamento di servizi di supporto in ambito Sanità digitale – Sistemi informativi clinico-assistenziali, per le PA del SSN (Servizio Sanitario Nazionale) nulla si definisce in relazione a un elemento fondamentale, quale – appunto – il menzionato Centro Servizi o le piattaforme tecnologiche in ambito telemedicina.

 

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