Il fatto è ormai noto: il 1°aprile il sito INPS è andato in tilt, consentendo ai pochi visitatori di visionare i dati di altri utenti.
L’Avv. Daniele Minotti, esperto in diritto penale delle nuove tecnologie e componente del D&L NET, prova ad offrirci una lettura della vicenda da una prospettiva diversa, inaugurando il 1° appuntamento della rubrica “Digital & Law” ospitata sulle pagine di Key4biz.
Attacco informatico o sovraccarico del sito?
Non ci sono le prove della responsabilità di qualche “attaccante informatico”: sorge il dubbio che – secondo l’avv. Minotti – “…per giustificare inefficienze della macchina pubblica, si di la colpa a chi, tutto sommato, non può difendersi, sostanzialmente perché non esiste: non esiste, infatti, un’associazione degli hacker”.
Gli Hacker: chi sono veramente?
Solitamente, in caso di attacchi esterni la colpa viene attribuita agli hacker, il cui vero significato, tra l’altro, non è ben noto a tutti. Il vero hacker non compie azioni per un fine malevolo, bensì – afferma l’avv. Minotti “…per scopi sono dimostrativi (denunciare le manchevolezze informatiche di un certo sistema sbandierato come perfetto, ad esempio) oppure politici (sabotaggio di certe politiche ritenute sbagliate)”.
La “denuncia” dell’INPS
Denunciando “a reti unificate” dei reati si rischia di commettere una “Simulazione di reato” , previsto dall’articolo 367 c.p.[1] Occorrerebbe prestare molta attenzione nell’incolpare gli altri, piuttosto che constatare le inefficienze imputabili a titolare di trattamento.
L’articolo è disponibile nella sua versione integrale al seguente link
Sosteniamo la Croce Rossa Italiana
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