di Nina
La PEC potrebbe essere estesa a tutti gli stati dell’UE. Lo prevede una proposta di regolamento discussa in Commissione Europea e che ora dovrà passare in Consiglio e in Parlamento per vederne l’applicazione pratica in un paio d’anni.
I vantaggi derivanti da questa iniziativa sono immediatamente visibili se si considerano tutte le transazioni elettroniche che potrebbero agevolmente scaturire tra aziende, imprese e cittadini. Vantaggi che potrebbero soddisfare il famoso principio della libera circolazione delle persone e l’abolizione dei controlli alle frontiere interne creando un mercato interno che non ammette ostacoli al movimento delle persone.
Estendendo la PEC oltre confine si soddisfa il principio prima menzionato perché si andrebbero ad eliminare gli ostacoli anche alla libera circolazione dei documenti, agevolando la partecipazione delle imprese ad appalti pubblici online in UE, degli imprenditori che decidono di investire oltre confine e dei singoli cittadini che intendono accedere a tutta una serie di documenti, compresi quelli medici.
Inoltre, la normativa italiana prevede l’obbligo per le imprese costituite in forma societaria di indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata nelle domanda di iscrizione al registro delle imprese, ai professionisti iscritti ad albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato di comunicare ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di PEC e alle Pubbliche Amministrazioni di istituire un proprio indirizzo di PEC per ciascun Registro di Protocollo[1], (D. L. 185/2008, art.16, comma 6-7-8).
L’obbligo di dotarsi di PEC impone ai soggetti summenzionati di utilizzare un sistema alternativo per comunicare in Europa, l’adozione dei certificati S/MIME, interoperabili con qualunque sistema e disponibili, da anni, in ambito internazionale.
S/MIME (Secure Multipurpose Internet Mail Extensions) è uno standard per la crittografia a chiave pubblica e per la firma dei messaggi di posta elettronica che si inserisce all’interno delle specifiche di MIME.
Rispetto alla PEC, l’impiego di un certificato S/MIME permette, ad esempio, di certificare l’intero contenuto del messaggio che si invia e consente di inviare informazioni a qualunque tipo di indirizzo e-mail.
Il riconoscimento, a livello europeo, della PEC semplificherebbe la vita a imprese e cittadini, ammesso che gli Stati membri decidano di aderire al principio dell’accettazione reciproca.
[1] Il decreto legge 185/2008 contiene rilevanti modifiche al “Codice dell’Amministrazione Digitale”
(D.Lgs. n.82/2005) ed al “Regolamento per l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata” (D.P.R.
n.68/2005).