A seguito di una proposta avanzata dal Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, il Governo Draghi ha posto il veto, previsto dalla normativa sul cosiddetto “golden power”, in relazione alla notificata operazione di finanza straordinaria acquisitiva della quota di partecipazione al capitale sociale pari al 70% dell’azienda italiana Lpe di Baranzate, nel Milanese, da parte della società cinese Shenzen Invenland holdings.

Il potere di veto esercitato dal Governo italiano è motivato dalla particolare rilevanza strategica dell’azienda nel settore della produzione di reattori epitassiali funzionali alla supply chain della produzione di semiconduttori.

L’Avv. Davide Maniscalco, componente del D&L NET, presenta per le pagine della Rubrica Digital & Law di Key4biz un approfondimento su una delle sfide più importanti sul piano globale, riguardanti la carenza, senza precedenti, di chip per computer, presentando una panoramica mondiale passando per l’India, Cina e Stati Uniti

Il chip: un piccolo potere

È evidente la rilevanza strategica del settore dei semiconduttori: la carenza del prodotto sta facendo aumentare i costi e costringe le aziende mondiali – dall’elettronica di consumo alle case automobilistiche – a ridurre le loro produzioni. I chip, infatti, guidano il nostro mondo sempre più eterogeneamente interconnesso e con una versatilità di impego in più settori produttivi civili e militari, sostiene l’Avv. Maniscalco.

Ma in questo determinato periodo storico, in cui la domanda la domanda è decisamente superiore all’offerta quali sono le strategie messe in atto dai grandi players e dalle nazioni in gioco?

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