di Enrica Maio
Un altro allarme per la privacy di tutti gli utenti di Facebook in terra belga, lanciato dal Garante Privacy locale che ha accusato il social network di violare le leggi sulla protezione dei dati vigenti in Belgio.
L’autorità belga ha intenzione di approfondire le proprie indagini sul social network e, se esse dovessero avere un esito pregiudizievole per l’azienda di Menlo Park, quest’azione potrebbe portare alla comminazione di sanzioni e alla richiesta di modificare le regole delle pratiche commerciali del social.
Secondo il Garante belga, Facebook utilizza plug-in per tracciare il comportamento degli utenti senza chiedere autorizzazioni. Il social network californiano, in sostanza, non chiede agli utenti il permesso di utilizzare i cookie, non esiste, quindi, alcuna possibilità per gli utenti di esprimere il loro consenso, e questo comportamento omissivo potrebbe essere causa di violazione delle regole sulla privacy non solo del Belgio, ma anche dell’intera Unione Europea (in Europa la materia è regolata dalle disposizioni contenute nella direttiva 2009/136/CE, che ha ricondotto l’obbligo di acquisire il consenso preventivo e informato degli utenti all’installazione di cookie utilizzati per finalità diverse da quelle meramente tecniche; mentre in Italia, il Garante Privacy ha emanato un Provvedimento a carattere generale: “Individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e l’acquisizione del consenso per l’uso dei cookie”).
Essenziale è un’informativa trasparente e il previo ed esplicito consenso dell’utente per rendere lecita la diffusione dei cookie presso i non utenti e la raccolta dei dati attraverso i social plug-in, tutti elementi assenti nel caso specifico. Infatti, Facebook dovrà sospendere questa pratica fino a quando non avrà apportato le opportune modifiche.
Importante è il monito di Willem Debeuckelaere, Presidente dell’Autorità Garante belga, il quale ha affermato che “Facebook è in una posizione unica dal momento che può collegare facilmente le abitudini di navigazione dei propri utenti alla loro reale identità, alle loro interazioni online e ai dati sensibili come le informazioni sulla salute e le preferenze politiche, religiose e sessuali“.
Debeuckelaere ha anche raccomandato agli amministratori dei siti, che offrono i propri servizi su territorio belga, di integrare i plug-in social di Facebook solo se gli utenti saranno informati adeguatamente dei potenziali rischi per la loro privacy e fondamentale sarà acquisire il loro consenso. Il Presidente dell’Authority belga ha voluto anche dare un consiglio agli utenti, suggerendo loro di “impiegare funzionalità dei browser come add-on o la navigazione privata per tutelarsi dall’invasività del social network”.
La risposta da Menlo Park
Facebook ha respinto ogni accusa, affermando di dover rispondere soltanto alle decisioni e al controllo delle autorità irlandesi, dove la società statunitense ha la propria sede legale, almeno fino a quando l’Europa non avrà sviluppato un quadro normativo armonico e uniforme volto a creare un vero Mercato Unico Digitale.
In più, ha dichiarato che il tracciamento degli utenti è stata la conseguenza di un problema tecnico che si sta cercando di risolvere. L’Authority belga, opponendosi a questa posizione, ha dichiarato di avere piena autorità sulla società della Contea di San Mateo, dal momento che Facebook ha un piccolo ufficio in Belgio, che è quindi soggetto alla legge belga.