Facebook e Privacy. Commento dell’Avv. Andrea Lisi su Panorama

 
(…)
Creando il loro account, i 500 milioni di utenti hanno di fatto rinunciato all’esclusiva proprietà di un pezzo della loro vita permettendo a Facebook di accedere a una montagna di informazioni: dai gusti culinari agli orientamenti politici. Al settimanale Time Zuckerberg ha consegnato il suo credo: «Non penso che la gente voglia la privacy completa, non vuole la segretezza, ma solo il controllo su ciò che condivide». Questo è il punto.

Marc Rotemberber è il presidente dell’Electronic privacy information center, che ha presentato vari reclami alla commissione federale Usa sul commercio: «Di fatto Facebook non consente agli utenti di decidere fino in fondo chi davvero ha accesso alle informazioni immesse».
Neppure chi sceglie di cancellarsi ha la completa certezza che la sua vita digitale sparisca.
«La società ammette che per un periodo di tempo i dati rimangono ancora nel server» , spiega Andrea Lisi , avvocato esperto di privacy e internet. «Il vero problema, tuttavia, è se qualcuno nel frattempo ha acquisito le mie immagini, i miei commenti, e può rilanciarli».
Insomma, la vita virtuale rischia di sopravvivere malgrado la persona reale voglia prenderne le distanze e a volte, per un macabro automatismo, può durare anche oltre la morte.
(…)