Denuncia allo Stato Italiano per inadempimento delle norme comunitarie su firma elettronica, fatturazione elettronica e PEC

Denuncia allo Stato Italiano
per inadempimento delle norme comunitarie su firma elettronica, fatturazione elettronica e PEC




 ANORC, Associazione “Cittadini di Internet” e Adiconsum hanno predisposto
una denuncia per l’apertura di una procedura d’infrazione


 


 


L’Associazione A.N.O.R.C., in collaborazione con l’Associazione “Cittadini di Internet” (www.cittadininternet.org) e Adiconsum (www.adiconsum.it), ha avviato oggi l’apertura di una procedura d’infrazione contro lo Stato Italiano per inadempimento delle norme comunitarie in materia di firma elettronica, posta elettronica certificata e fatturazione elettronica. 


La denuncia è stata  formalmente presentata agli Uffici competenti dell’Unione Europea.


Tale iniziativa nasce dalla constatazione che la vigente normativa italiana in materia di firme elettroniche, PEC e processi di fatturazione elettronica oltre che la corposa e caotica produzione legislativa sviluppata nel corso degli ultimi anni si pongono in contrasto con la legislazione comunitaria e, pertanto, con le realtà esistenti negli altri Stati membri della Comunità Europea. In Italia, difatti, si annoverano la firma elettronica, la firma digitale e la firma elettronica qualificata, mentre in Europa esistono soltanto la firma elettronica e quella elettronica avanzata.


Ciò disorienta tutti i cittadini sia nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, sia tra privati ed imprese, sia ancora nei rapporti con soggetti appartenenti ad altre nazioni dell’Unione Europea. Inoltre, questa incongruenza legislativa si riflette sulla normativa in materia di fatturazione elettronica (e conservazione digitale dei documenti fiscalmente rilevanti) che prevede processi rigidi e formali per i contribuenti, che non trovano giustificazione nel panorama comunitario.


Oltre a ciò, la posta elettronica certificata (P.E.C.) è una realtà solo italiana, poiché non ha un equivalente tecnico in nessun altro paese al mondo, rendendola di fatto uno strumento assolutamente non interoperabile ed inutile a livello comunitario e mondiale.


 «La normativa italiana in materia di innovazione digitale di questi ultimi anni si è caratterizzata per caos e disomogeneità che ne hanno impedito una reale applicazione pratica» ha affermato l’Avv. Andrea Lisi, Presidente di ANORC e docente di Informatica Giuridica dell’Università del Salento.


Questo è accaduto poiché «la foga del legislatore nazionale – ha precisato Lisi – non ha fatto altro che produrre una moltitudine di regolamentazioni rigide e innovative che non sono allineate con gli strumenti attualmente in uso nel contesto comunitario e internazionale. Pertanto, è da tempo che sottolineo come la normativa italiana rischia di essere oggi un bellissimo gioiello da indossare per dimostrare a tutti come siamo all’avanguardia, ma che in realtà ha prodotto solo un imbarazzante isolamento dal punto di vista dell’utilizzo di alcuni strumenti regolamentati che non riescono a imporsi nelle prassi della Società dell’Informazione che ha una (ovvia) vocazione “a-nazionale”».


 


Per maggiori informazione contattare: segreteria@anorc.it


La Denuncia presentata agli Uffici competenti dell’UE è scaricabile sul sito www.anorc.it
In allegato il comunicato stampa completo.


Redazione13 Gennaio 2016