Dalla corretta gestione delle “prove digitali” dipende il futuro della Giustizia

Negli ultimi anni le “prove digitali” stanno acquisendo un decisivo primato nell’ecosistema processuale. Accanto ai più classici documenti testuali o fotografici, troviamo l’acquisizione di registrazioni video e audio di diversa natura, piuttosto che di screenshot o, ancora, di log di sistema. A questo si aggiunga la crescita esponenziale di reati di natura informatica: lo scenario processuale sta attraversando una fase di aggiornamento senza precedenti, entrando in contatto quotidianamente con casistiche sempre diverse, che rendono le competenze digitali sempre più imprescindibili e sempre meno appannaggio dei soli CTU. La conoscenza circa le metodologie e le tecniche per la corretta identificazione, raccolta, acquisizione e conservazione delle prove digitali dovrebbe diventare dominio di tutti gli attori coinvolti nell’azione, anche per preservare l’integrità e il valore probatorio nel tempo.

Cosa ci dice la cronaca

Dalla cronaca recente emerge un quadro deludente, pervaso da uno scarso livello di cultura informatica in ambito giuridico e da una diffusa mancanza di padronanza nella gestione della sicurezza, della protezione e dell’integrità di dati, informazioni e documenti digitali.

Sono eclatanti i casi relativi alla mancata osservanza di leggi e regole sulle corrette metodologie di gestione e conservazione di prove digitali da parte di organizzazioni, pubbliche e private, soprattutto in sede processuale. Si pensi al recente fatto di cronaca del rinvio della sentenza del processo Eternit Bis a Torino, a causa di una chiavetta USB vuota. Il supporto sul quale si trovavano il 90% degli atti è infatti risultato inservibile, causando conseguenze di incredibile gravità.

Per approfondire |  La digitalizzazione della Giustizia sta in una chiavetta USB (vuota)

Alla luce di questi fatti è lecito chiedersi se la Giustizia italiana sia oggi in grado di assicurare al proprio patrimonio informativo digitale imputabilità giuridica, integrità, certezza e sicurezza ai dati processati e anche il mantenimento nel tempo in forma autentica a tali informazioni di rilievo giuridico, storico e archivistico.

L’importanza della corretta gestione della prova informatica

L’attuazione di una seria politica di digitalizzazione del Paese passa anche dalla corretta gestione delle prove digitali, con riferimento sia al momento dell’identificazione, in termini di individuazione del perimetro operativo, che al successivo collazionamento delle evidenze, inteso come messa in sicurezza della relativa valenza probatoria, nonché della sua catalogazione.

Ecco perché Studio Legale Lisi ha deciso di offrire il proprio contributo per il Corso di Perfezionamento in “Information security, Digital forensics” organizzato da da UNISOB – Università degli Studi Suor Orsola Benincasa – Napoli, con la partecipazione dell’Avv. Andrea Lisi, titolare dello Studio Legale Lisi all’interno del Comitato Scientifico e dell’Avv. Sarah Ungaro, consulente senior, esperto in diritto dell’informatica e protezione dei dati come docente.

Il corso offre la possibilità di acquisire competenze avanzate e multidisciplinari in ambito di information security, per affinare la corretta comprensione, valutazione e gestione del rischio informatico legato alla sicurezza dei dati, delle informazioni e dei documenti gestiti nelle organizzazioni, pubbliche e private, oltre che del loro utilizzo in sede processuale sviluppando la capacità di valutarne in via preventiva l’ammissibilità e la rilevanza quali prove.

Il Corso è caratterizzato dal fatto che la sicurezza informatica viene messa in relazione con la protezione dei dati personali e, quindi, con la necessaria scelta di adeguate misure di sicurezza tecniche e organizzative per la piena ed effettiva compliance normativa al GDPR sul piano della sicurezza e validazione dei dati e dei documenti digitali, comprendendo, altresì, le tecniche e le metodologie di digital forensics, incluse le valutazioni ed analisi di processi di misura caratterizzanti le digital sciences, ai fini del mantenimento dell’integrità e del valore giuridico e probatorio dei dati e dei documenti informatici oggetto di eventuali acquisizioni.

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