Corte dei conti, “Referto in materia di informatica pubblica 2019”: il ruolo cruciale delle competenze digitali

Premessa

È di pochi giorni fa la pubblicazione del “Referto in materia di informatica pubblica 2019”, approvato dalla Corte dei conti nell’adunanza delle Sezioni riunite in sede di controllo del 3 ottobre 2019 e presentato lo scorso 26 novembre presso la Camera dei Deputati.
Nel documento si analizza il livello di innovazione delle Pubbliche amministrazioni italiane, valutando come e in che misura siano state utilizzate le risorse destinate a tale scopo.

I risultati si riferiscono agli ambiti della “Spesa per l’informatica pubblica”, degli “Acquisti della pubblica amministrazione” e delle “Piattaforme abilitanti” (tra cui SPID, ANPR). È importante evidenziare che, nel documento, la Corte dei conti non abbia mancato di dedicare forte attenzione al capitale umano e alle competenze digitali nella Pubblica amministrazione.

 

Il capitale umano e le competenze digitali

Per l’attuazione delle politiche di innovazione è fondamentale che la Pubblica amministrazione investa nel capitale umano, incrementando i livelli di padronanza delle competenze digitali.
I processi di innovazione sono efficaci solo se si decide di ricorrere a piani formativi adeguati, costanti e capillari.
Dalle analisi condotte emerge un quadro non confortante sul livello di competenze dei dipendenti pubblici in Italia: molti di questi, infatti, si formano “da soli”, tramite letture, partecipazione ai convegni o ai webinar, mancando l’orientamento di un piano formativo “centrale”.

Già da molti anni il Legislatore ha posto l’attenzione sul ruolo strategico della formazione. L’articolo 13 del Codice dell’amministrazione digitale, infatti, stabilisce che, nel rispetto delle risorse finanziarie disponibili, le pubbliche amministrazioni attuano politiche di reclutamento e formazione del personale con l’obiettivo di garantire la conoscenza e l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, lo sviluppo delle competenze tecnologiche, di informatica giuridica e manageriali dei dirigenti.

Senza piani formativi adeguati, sarà sempre più complesso attuare quel passaggio dall’analogico al digitale tanto auspicato (e normato) negli ultimi anni.

 

Le iniziative nazionali

 Non è possibile stabilire in astratto quale sia il livello di digitalizzazione adeguato alle esigenze della PA:  ciò dipende dai compiti istituzionali di ciascuna amministrazione e dalle funzioni che essa svolge.

A livello nazionale sono stati vari i tentativi di delineare dei modelli di riferimento per la definizione e lo sviluppo delle competenze digitali. Si ricordano, a tal fine, gli sforzi compiuti da AgID e dal Dipartimento della funzione pubblica.

Nello specifico, AgID è intervenuta con le Linee guida per la qualità delle competenze digitali nelle professionalità ICT con l’obiettivo, tra gli altri, di identificare in maniera univoca i profili professionali ICT, con relativi skills e competenze.

I profili professionali sono stati raggruppati in 6 aree: Business management; technical management; design; development; service &operation; support.

Nelle 6 aree sono presenti 23 profili ICT e, alcuni di questi, hanno una ulteriore specificazione in ambito web e sicurezza. Per ciascuna competenza sono indicati i profili ed i ruoli da svolgere e le norme tecniche nazionali ed internazionali di riferimento, anche ai fini delle relative certificazioni.

In merito alle iniziative proposte dal dipartimento della funzione pubblica, vale la pena menzionare il progetto “Syllabus (al quale ha aderito lo Studio Legale Lisi) finalizzato all’individuazione delle competenze minime di base, ricomprese in cinque ambiti tematici e con tre livelli di padronanza per ciascun ambito, che ogni dipendente pubblico deve possedere nell’esercizio delle proprie funzioni.

 

La situazione attuale

Tuttavia, l’Italia è ancora indietro rispetto agli altri Stati membri dell’UE. Questo è quanto emerge dall’edizione 2019 del DESI (Digital Economy and Society lndex): in merito al capitale umano, l’Italia si posiziona al 26º posto.

Il livello delle competenze digitali di base e avanzate degli italiani è al di sotto della media UE. Solo il 44 % degli individui tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base (57 % nell’UE), la percentuale degli specialisti TIC rimane stabile, mentre i laureati in TIC sono ancora l’1 %.

Da questi dati si evince l’esigenza di investire più risorse nell’istruzione primaria e secondaria, utile ad abbattere la carenza di competenze digitali tra i giovani che, insieme agli anziani, rischiano di essere esclusi dalla vita sociale.

 Riguardo all’uso dei servizi Internet, l’Italia si posiziona ben al di sotto della media UE. Il 19% gli Italiani, quasi il doppio della media UE, non ha mai usato Internet e nessuna delle attività online oggetto di monitoraggio (tra cui l’utilizzo dei social network, frequentazione di corsi online…) presentano un punteggio al di sopra della media UE. Si evince che le attività online più diffuse sono lo streaming o il download di musica e -immancabilmente- l’attività ludica, il gioco.

 

Competenze della dirigenza pubblica


Di particolare rilevanza è l’adeguamento delle competenze della dirigenza pubblica. Senza una corretta preparazione della dirigenza pubblica, si legge nel documento, risulta complesso il passaggio verso il cd Digital first quale principio caratterizzante una PA esclusivamente digitale.

Va ricordato, in tale contesto, il ruolo del Responsabile della transizione digitale ai sensi dell’articolo 17 del CAD: ciascuna pubblica amministrazione affida a un unico ufficio dirigenziale generale la transizione alla modalità operativa digitale e i conseguenti processi di riorganizzazione finalizzati alla realizzazione di un’amministrazione digitale e aperta, di servizi facilmente utilizzabili e di qualità, attraverso una maggiore efficienza ed economicità.

Vi segnaliamo, a riguardo, il percorso formativo dedicato alla figura del “Manager della Trasformazione Digitale” targato Studio Legale Lisi Academy in collaborazione con Unitelma Sapienza. Un’occasione formativa pensata per dirigenti e i funzionari di Pubbliche Amministrazioni che intendono ottenere una preparazione completa e multidisciplinare finalizzata alla formazione di un profilo di livello manageriale da collocare nell’ambito della transizione alla modalità operativa digitale della pubblica amministrazione.

 

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