Big Data: valido strumento contro la corruzione

Il 19 marzo 2014 Ernst & Young ha presentato lo studio “Big risks require big data thinking – Global Forensic Data Analytics Survey 2014” che evidenzia come il 63% dei senior executive di aziende leader nel mondo concordino sulla necessità di aumentare gli sforzi per migliorare le procedure anti frode e anti corruzione, anche attraverso l’utilizzo degli strumenti di Forensic Data Analytics (FDA).
Secondo il 51% degli intervistati i maggiori rischi sono legati a possibili pratiche corruttive (51%), seguita dall’asset misappropriation (43%), dalle frodi di bilancio e contabili (26%) e dal riciclaggio (28%); oltre a questi gli intervistati vedono maggiori rischi nei progetti d’investimento (35%) e nelle operazioni di acquisition (13%). L’utilizzo di nuove tecnologie nell’analisi di grandi masse di informazioni (Big Data) può giocare un ruolo chiave nella prevenzione delle frodi e nell’analisi più efficace dei dati.
Utilizzando i dati pubblici già disponibili nel Registro delle Imprese sarebbe possibile analizzare complesse connessioni societarie e ricostruire il gruppo di persone fisiche che c’è dietro.
Un metodo per smascherare le complicate scatole cinesi di cui spesso si compongono le aziende, società localizzate in paradisi fiscali, prestanome, beneficiari anonimi. Informazioni che potrebbero essere estrapolate in tempo reale, senza la necessità di una attività investigativa. I Big Data sono dunque uno strumento avanzato contro la corruzione, il riciclaggio e l’evasione fiscale.
Controlli che potrebbero facilitare il corretto svolgimento delle gare d’appalto, mettendo a nudo eventuali conflitti di interessi.
Un autovelox informatico contro chi vuole fare soldi velocemente e illegalmente.