Già dal 2009 la Commissione sta cercando di limitare la frammentazione del mercato delle interfacce di ricarica per telefoni cellulari e dispositivi analoghi.
È impressionante pensare che in media si possiedono circa tre caricabatterie per smartphone, di cui almeno due regolarmente. Nonostante ciò, il 38% dei consumatori ha riferito di aver riscontrato, almeno una volta, problemi di impossibilità di ricarica del dispositivo per l’incompatibilità del caricabatterie
Per discutere nel dettaglio, l’Avv. Davide Maniscalco, componente del D&L NET, presenta per le pagine della Rubrica Digital & Law di Key4biz un approfondimento per valutare lo scenario attuale che rappresenta un’importante sfida che va affrontata nella prospettiva della tutela dell’ambiente.
Verso una soluzione comune: la USB-C
Con la proposta di direttiva rivista dello scorso 23 settembre, la Commissione europea intende introdurre l’armonizzazione della porta di ricarica e della tecnologia di ricarica rapida: si tratta della USB-C che diventerà lo standard per tutti gli smartphone, tablet, fotocamere, cuffie, altoparlanti portatili e consolle per videogiochi portatili.
Un passo in direzione green
È evidente che tale scenario rappresenta anche un’importante sfida che va affrontata nella prospettiva della tutela dell’ambiente. Non solo: in combinazione con le altre misure, ciò aiuterà i consumatori a limitare il numero di nuovi caricabatterie acquistati e li aiuterebbe a risparmiare 250 milioni di euro all’anno su acquisti di caricabatterie non necessari.
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