Processo via piattaforma, tra dubbi e soluzioni creative

I civilisti già lo vivono sulla loro pelle, tra gioie e dolori, da qualche anno. L’Avv. Daniele Minotti, componente del D&L Net, interviene sulle pagine della Rubrica Digital & Law per spiegare il processo telematico, anche ai non addetti ai lavori ed enucleare alcuni elementi fondamentali.

 

La video conferenza

A bene vedere, di “videoconferenza” non si parla mai, non se n’è mai parlato come forma di processo telematico. Semmai, è soltanto una forma di celebrazione dell’udienza, dunque non un processo telematico.
L’Avv. Minotti rileva l’assenza di vera “modernità” in tutto ciò, ma solo il persistere di mera “comodità” anche per la resistenza dei sindacati Giustizia che hanno di fatto confessato la totale inadeguatezza del personale.

 

Soluzioni “telematiche” e “soluzioni “creative”

Le chimere sono ancora tante, dalla gestione dei documenti e dei fascicoli a quella dei pagamenti telematici. Soltanto alcune sedi hanno adottato una sistematica scansione dei fascicoli, per giunta gli uffici giudiziari (es. Procura e Tribunale) non parlano tra loro, non condividono i dati.
L’Avv. Minotti non manca di far riferimento a soluzioni “creative” di varie sedi giudiziarie. Peccato che abbiano un valore giuridico coincidente con lo zero atteso che, talvolta, si tratta di (pretese) regole contra legem.

 

Processo telematico e piattaforme ministeriali

La scelta della piattaforma è immediatamente ricaduta su Skype e Microsoft Teams (che progressivamente sostituirà la prima) ma è evidente che, oltre ad essere non sempre agevoli nell’utilizzo (specie la seconda) non sono neppure pensate per un’attività tanto particolare come quella processuale.

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