La prigione dorata dei social: dagli smart glasses Ray-ban ai profili scomodi cancellati

Che ci piaccia o no, siamo in una prigione dorata. Gli OTT, tra cui Facebook & C., approfittando della libertà che è stata loro concessa, hanno agito indisturbati in un web libero creando spazi immensi dove si condividono ormai identità, dati personalissimi, si esprimono pensieri e si sviluppano affari e servizi pubblici.

L’Avv. Andrea Lisi, Titolare dello Studio Legale Lisi ed esperto in privacy e in diritto dell’informatica, interviene sulle pagine di Key4biz commentando i rischi della nuova potenziale aggressione alla nostra riservatezza, derivata dal debutto degli occhiali Smart di Facebook.

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Un nuovo prodotto o un’arma?

Ci spostiamo sempre di più su uno scenario futuristico: debuttano sul mercato italiano i Ray-Ban Stories, gli occhiali smart nati dalla collaborazione di Facebook ed EssilorLuxottica in grado di fare foto, video, chiamate e ascoltare musica.

Agli apici superiori dei Ray-Ban Stories sono inserite due fotocamere da 5 megapixel per scattare foto e registrare video gestiti attraverso l’app Facebook View su iOS e Android, una luciana bianca lampeggia intorno alle due fotocamere per allertare le persone che il dispositivo sta catturando le immagini o sta registrando.

Quanto può essere utile una lucina bianca che si attiva quando si scatta una foto o si registra può garantire la consapevolezza di chi verrò ripreso?

I rischi potenziali di una profilazione di massa

Sono evidenti rischi potenziali di una profilazione di massa ancora più strisciante e pervasiva rispetto a ciò che già subiamo attualmente, – afferma l’Avv. Lisi – perché condizionata da automatismi che porteranno chi indossa lo strumento a tenerlo spesso attivo e, quindi, connesso all’ambiente social.

Non è necessario dare un freno alla tecnologia e non sarebbe corretto. Bisognerebbe, invece, affiancarla per garantire il rispetto e la tutela dei diritti e delle libertà personali. Ma a tutelarci non dovrebbe essere il nostro ordinamento nazionale e sovranazionale?

Questo articolo è apparso originariamente su Key4biz.it. Continuare a leggere la versione integrale