Compravendita dei dati sanitari: in Italia maggiore sicurezza ma con qualche falla

di Silvia Riezzo

I dati sanitari sono preziosa merce di scambio in un mercato nero dove assicurazioni, ditte farmaceutiche, aziende sono disposte a pagare a caro prezzo informazioni sullo stato di salute dei cittadini e sulle loro patologie, per poter così negare loro prestiti o assunzioni, o proporgli l’acquisto di farmaci specifici: è quello che emerge da un’inchiesta che analizza a livello globale la sicurezza dei nostri dati pubblicata in questi giorni su Repubblica.
Rispetto a quello che accade all’estero, in Italia i dati sanitari sembrano essere protetti da prassi più rigorose, ma neanche da noi mancano le falle, come dimostrano due recenti interventi del Garante in Friuli e in Puglia: nel primo caso il software di gestione dei fascicoli sanitari aveva messo i dati dei pazienti erroneamente a disposizione di tutti i medici della Regione e non solo di quelli strettamente coinvolti nella loro cura, nel secondo caso, invece, sul sito della Regione erano state pubblicate informazioni sensibili sui disabili che avevano ricevuto dei sussidi.
 
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