Negli ultimi giorni l’Italia è stata vittima di alcuni attacchi informatici da parte degli hacker filorussi del gruppo NoName057. Ad essere presi di mira sono stati principalmente i siti governativi, bancari e dei trasporti, scatendo preoccupazioni e domande legate ad azioni di questo tipo.
Cosa sappiamo e come possiamo agire per arginare le pericolose implicazioni connesse alla sicurezza dei nostri siti e, di conseguenza, dei nostri dati ce lo spiega l’Avv. Andrea Lisi in una breve intervista rilasciata sulle pagine de “Il Tempo”.
Presi di mira “i Paesi nemici della Russia”. Necessarie strategie di mitigazione del rischio e competenze adeguate
Gli attacchi di cui si è reso protagonista il gruppo hacker sono stati di tipo DDoS, i quali hanno provocato interruzioni e disagi temporanei non solo a siti governativi ma anche a privati e, in generale, a chiunque abbia accesso ad Internet. Tali azioni vengono portate avanti da marzo 2022 con l’obiettivo preciso di paralizzare i “Paesi nemici della Russia”. In sostanza nulla di nuovo ma che dovrebbe invece invitare ad agire prontamente attraverso strategie di prevenzione precise e formazione del personale specializzato, come ha specificato l’Avv. Andrea Lisi nel corso dell’intervista, riprendendo il Report rilasciato da ACN: “Il Report conferma che un attacco DDoS può colpire qualsiasi infrastruttura connessa a Internet, compromettendo temporaneamente la disponibilità dei servizi. Il report consiglia l’adozione di strategie di prevenzione e mitigazione per garantire la resilienza di un’infrastruttura informatica, sottolineando anche l’importanza della formazione del personale specializzato per rafforzare le difese e ridurre così l’impatto di tali attacchi. […] La lotta contro il cybercrime è una lotta impari, perché si affronta giornalmente contro organizzazioni cybercriminali che spesso sono supportate da Stati e si nutrono di fondi sommersi. Ma l’Agenzia Nazionale sulla Cybersicurezza sta agendo autorevolmente”.
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